venerdì 12 aprile 2013

Giorno 4

Vado a vomitare.
Ho mangiato 3 yogurt, di cui due al cacao, un pacco di crackers e una merendina farcita alla fragola.

giovedì 11 aprile 2013

Giorno 3


Poi, quando dico che la mia vita ha qualcosa di strano, voi non mi credete! Ecco, è normale che proprio nel momento in cui io decido di diventare...blogger? magari che non fanno un film su Sky che parla di una ragazza, a suo modo disadattata anche lei, che apre un blog? Però il suo blog tratta di cucina, e a suo modo anche della sua disadattaggine...  La mia vita è proprio un film, ecco perché sono convinta che prima o poi succederà qualcosa di eclatante, come ogni film che si rispetti. A dire il vero, di cose eclatanti ne sono già successe, ma io voglio di più. Da oggi ho deciso che voglio diventare una scrittrice! Certo, per essere invogliata a continuare avrei bisogno almeno di 4/5 commentatori fissi, e al momento non ho ricevuto neppure un commento sporadico! Beh, vuol dire che delegherò qualcuno...
Dunque, vi dicevo che nella mia vita sono già successe un paio di vicende eclatanti. Volete che vi racconti qualche aneddoto? Ok, facciamo finta che io abbia sentito un coro di "Oh, sìììì!"
Cominciamo con il 23 Giugno del 2012, il giorno del mio matrimonio. Anzi, partiamo dalla sera prima. Io e Enne eravamo in chiesa a fare le prove generali (ah ah ah...) quando mi squilla il cellulare. E' il negozio dove abbiamo preso i nostri abiti da sposi, giusto stasera mia madre doveva andarli a ritirare. Già, proprio all'ultimo momento! Rispondo, dall'altro lato la voce imbarazzata di Francesca trema... Ed io mi sento mancare, preannuncio già qualcosa di grosso. "Elle, senti... Ti chiamo io dietro richiesta di tua mamma, perché...lei non se l'è sentita di chiamarti, ma...vedi...c'è un problema!" ed io "Sì, lo intuisco... Che succede?" - "Vedi... mi si è allagata la sartoria, quindi stasera gli abiti non potranno essere ritirati" - "Senti Fra, ti richiamo dopo, perché giusto ora sono in chiesa a fare le prove per domani..."
Usciti dalla chiesa scoppio in lacrime "Amo, c'è un problema! Credo che mia mamma non abbia i soldi per ritirare gli abiti!". Enne richiama Francesca, che conferma il mio dubbio, ma che ci rassicura sul fatto che la mattina dopo mia madre avrebbe ritirato gli abiti, perché avrebbe avuto i soldi, e ci chiede di far finta che lei non ci abbia detto nulla. Noi cadiamo nella paranoia più assoluta, consci del fatto che anche per mia madre sarebbe stata un'impresa impossibile trovare 6000 € in una notte. Piangiamo, imprechiamo, facciamo piani di fuga, ed io mi sento in colpa come non mai. Mi sento in colpa perché ho infilato Enne nella mia vita complicata, nel mio mondo fatto di corse all'ultimo momento, nel mio universo disastroso e a tratti quasi comico... Al momento siamo nella nostra futura casa coniugale, decidiamo di passare lì la notte, sul divano, e al mattino avremmo deciso sul da farsi. Verso le 3 di notte mi sveglio "Amo, andiamo a dormire a casa... Metti che sul serio domani mia madre trova i soldi e il matrimonio si fa... Chi lo sa...". E in questo stato si consuma la nostra ultima notte da single, con un "Chi lo sa, magari domani ci sposiamo davvero!". Io che immaginavo di andare a dormire sul mio lettino con aria sognante mentre guardo il mio bell'abito da sposa appeso a vegliare su di me mentre dormo per l'ultima volta nella mia cameretta, io che immaginavo di svegliarmi al mattino in preda alla commozione, io che desideravo indossare il mio abito prima possibile, in modo da godermelo al massimo, mi sveglio con un diavolo per capello, incazzata come una iena e con nessuna voglia di andare dal parrucchiere, e quando mia madre mi dice "Dai, pronta sei, che andiamo?" quasi la uccido con gli occhi... Lei sa che io so la verità, ma fingiamo entrambe di non sapere un bel niente. Avrei solo voluto che lei ci dicesse la verità qualche giorno prima, in modo da trovare una soluzione, e invece fino all'ultimo minuto mia madre non ha rinunciato al suo vizietto di far credere agli altri di avere tutto sempre sotto controllo. Vado dal parrucchiere, e quando le ragazze mi chiedono "Come ti senti?" io rispondo "Come se non dovessi sposarmi!"... Mi arrotola i capelli e mi mette le forcine, così quando a mezzogiorno verrà a casa mia per farmi l'acconciatura saranno mossi al punto giusto! A mezzogiorno, quando verrà, mi troverà già truccata e vestita! Difatti il make-up artist arriverà alle 11!
Finito dal parrucchiere mia madre mi lascia a casa, e lei si incammina per andare a ritirare gli abiti. A casa trovo la squadra dei fioristi, il vialetto è impeccabile... Tutto è romantico e dolcissimo, tra fiori, tulle, e nastrini fucsia e glicine... E inevitabilmente io mi sento uno straccio, e piango piango e piango... Intanto mi arriva una chiamata dall'atelier, mi dicono che sta' succedendo un macello e che mia madre vuole ritirare gli abiti con un assegno, ma loro non possono darglieli e vogliono il contante, che mia madre non ha! Io chiamo Enne e gli dico di venirmi a prendere: scappiamo! Abbiamo 2 biglietti per per l'Egitto...passeremo la notte a Catania e il giorno dopo saremmo partiti, e mai più ritornati qui! Lui arriva, io strappo via quelle stupide forcine e mi scompiglio i capelli, vado fuori e... saluto mio fratello... gli dico che stiamo andando via, e che probabilmente non saremmo tornati per un po'. Lo abbraccio, piango io e si commuove anche lui, come non succedeva da chissà quanti anni, lui con i suoi condotti lacrimali sterili. Credo che sia stato uno dei momenti più tristi della mia vita. Arriva Enne. Non sarebbe dovuta andare così, non dovevamo vederci il mattino del nostro matrimonio con il cuore a pezzi... Ci abbracciamo, e ci dirigiamo in quella che sarebbe dovuta essere la nostra casa coniugale, avevamo i bagagli pronti, quelli che avremmo portato in viaggio di nozze e che adesso avremmo portato in quel viaggio di fuga! A metà strada mi ricordo delle fedi. Dovevamo portarle con noi, perché in ogni caso, da quel giorno, saremo stati comunque marito e moglie. Intanto mi chiama mia madre, ed io rispondo con gli occhi fuori dalle orbite. Le dico che mi sono rotta i coglioni delle sue prese per il culo, e avrei parlato con lei solo se mi avrebbe detto la verità. Lei mi dice che era in atelier e che stava arrivando un suo amico a prestarle i contanti, così avrebbe ritirato i vestiti. Io mi faccio dare il numero del suo amico per accettarmi che sia vero e che non sia l'ennesima stronzata, e lui mi dice che è vero. E ora, che facciamo? Torniamo indietro? Sì, torniamo indietro... Ormai rischiamo il tutto per tutto. Mi sento in una roulette russa, dove la pallina sono io, e Enne, che non mi ha ancora mandata a fanculo.
Il truccatore è già qui, e sta per scendere dalla sua auto, e quando mi vede arrivare con lo sposo, mi guarda sbigottito e mi dice "Sposa, te ne vai a spasso?" - "Inizia ad entrare, ti raggiungo tra qualche minuto..."
Saluto Enne, gli dico di andare dal barbiere, lo avrei tenuto aggiornato al cellulare... Ci lasciamo con il cuore che ormai trabocca di emozioni: amarezza, speranza, paura, rabbia, disincanto. Entro, il truccatore ha già organizzato i ferri del mestiere, e quando mi chiede come mai non sono ancora vestita gli dico che c'è stato un problema in atelier e che ancora non mi avevano consegnato l'abito... Pare che si fosse allagata la sartoria... Va bene, inizierà a truccarmi lo stesso, e deve fermarsi spesso perché mi si bagnano troppo facilmente gli occhi... Arriva Esse, la mia Esse, una delle mie migliori amiche nonché mia testimone, e quando scende la prima lacrima il truccatore si ferma e mi fa' fare una pausa. Io racconto tutto a Esse. Arriva il parrucchiere, e mi chiede perché ho i capelli disfatti e senza forcine. Non gli rispondo... Racconto anche a lui la storia della sartoria allagata e lui mi rimette le forcine mentre quello del trucco prosegue. Intanto è l'una. Poi le due. Arriva il fotografo, e via anche con lui la storia della sartoria. La situazione è imbarazzante, siamo tutti bloccati. Il truccatore ha difficoltà a truccarmi per via del mio pianto facile, il parrucchiere non può pettinarmi se prima non sono vestita, il fotografo ha ben poco da riprendere o fotografare! A pensarci adesso, mi viene quasi da ridere! C'era un'aria surreale, era vero o ero vittima di una candid camera? Alle 15, più o meno, arriva... Arriva davvero l'abito! Quasi non ci credo! Magari che davvero oggi riesco a sposarmi! Finisco il trucco e Esse mi aiuta a vestirmi, il parrucchiere mi acconcia i capelli, e sono pronta! Seppur il trucco ed i capelli non siano davvero come li avrei desiderati, va bene così, va benissimo così...
Arrivo in chiesa, e lo vedo in cima ai gradini ad aspettarmi. Mi commuovo. Sta' accadendo davvero, contro tutti i pronostici mi sto per sposare. Ad ogni gradino, i cattivi sentimenti si allontanano, e quello che fin'ora è stato il giorno più brutto della mia vita, si avvicina all'idea comune che ognuno ha del proprio matrimonio: una giornata piena di gioia, felicità e sorrisi. Da quel momento, tutto è stato perfetto, tutto è stato come lo avevo immaginato. Come può una sola giornata includere in sé tante emozioni così forti ed in contrasto tra loro? Eppure, può! Può nella vita di Elle!

E magari la prossima volta vi racconto di quando gli ex padroni di casa nostra sono venuti a buttarci fuori dicendoci che la casa era loro!

Lei invece non vuole sposarsi, mai. O almeno, adesso non ci pensa proprio. Figurati se con il suo difetto di stancarsi subito e con il suo continuo bisogno di stimoli, potrebbe firmare un contratto a vita con una persona! Eppure lui è perfetto: è dannato, scostante, passionale, impulsivo. Con lui non si stancherebbe, probabilmente. Ma se poi dovesse stancarsi di stare sempre in bilico, e si rendesse conto che vorrebbe in realtà la stabilità che lei stessa si era preclusa? 


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Come prevedevo, c'è così tanto entusiasmo adesso, che sento l'impulso di scrivere anche di notte, e mi sento bene al pensiero di poter registrare i miei stati d'animo senza che essi sobbolliscano dentro di me fino a corrodermi lentamente, e domani magari non mi sveglierò come spesso mi sveglio, che sembra che abbia passato la notte a lottare contro Dio.
Enne è qui accanto a me, si è addormentato lasciandomi in preda a mille interrogativi, desiderosa di un abbraccio, di qualche parola profonda, di un po' di passione, e quando gli ho chiesto "Ma cosa ci sta succedendo in questi giorni?" dopo avergli dato la buonanotte, triste per il fatto che un'altra giornata stava per volgere al termine in maniera così sterile, lui mi ha risposto "In che senso?"
Ed io mi chiedo, ma davvero non capisce cosa vorrei, quali piccole accortezze mi renderebbero felice, quali parole mi graffierebbero il cuore? Perché gli risulta così difficile? O forse sono io quella impossibile, che di tanto in tanto decide che qualcosa non va? No, non è che il mio matrimonio è già in crisi, in fondo è solo da qualche giorno che sto così, con questo senso di incompletezza. E probabilmente tutta la mia angoscia passerà con la stessa velocità in cui è iniziata. Però stasera, anche se lui è a pochi centimetri da me, mi sento sola, terribilmente sola ed incompresa.

Stasera è rimasta a casa... Si è concessa una serata tutta per lei. Non si è neppure avvicinata al portatile. Piuttosto ha noleggiato "Il favoloso mondo di Amelie" e "Pomodori verdi fritti" e li ha consumati sul divano, in pigiama, avvolta dal plaid peloso insieme a Kira, che le sonnecchia sulle gambe. Finiti i films, non sa che fare. Non ha voglia di andare a letto, né di scrivere, né di guardare la tv. Così prende il telefono e lo fissa. Non sa se chiamarlo o no. Vorrebbe chiedergli di venirla a prendere e andare a fare uno dei loro soliti giri notturni in centro, che le piacciono tanto perché ti puoi godere le balate della Vucciria che non asciugano mai, piazza della Vergogna, via Roma con i negozi chiusi, e quelle luci gialle che regalano a Palermo quell'aria nostalgica e poetica... Ma stasera non le va di fare l'amore, e allora non lo chiama affatto. Così spegne la piantana, allunga le gambe, punta lo spegnimento automatico della tv, e rimane lì, sul divano. Non ha proprio voglia di dormire in camera da letto da sola stanotte, proprio no. 


Baci baci, Elle.

mercoledì 10 aprile 2013

Giorno 2

La sveglia suona alle 5, e do una gomitata a mio marito (che dopo quasi un anno mi fa' ancora strano dirlo) per svegliarlo. Dopo un po' mi alzo anch'io, ci incrociamo in corridoio e lui mi abbraccia mentre io mi stropiccio gli occhi con cura, in modo da non impiastricciarmi la faccia del mascara non lavato di ieri sera. Non gli preparo neppure il caffè, sono di pessimo umore, e non parlo. A volte mi capita di essere di cattivo umore senza motivo. Così lui mi dice "Scusa amò, ma perché non te ne torni a letto?" ed io colgo l'invito, lo bacio, gli auguro buon lavoro e vado, ricordandomi il motivo per il quale mi sono addormentata incazzata. Non abbiamo fatto l'amore neanche ieri sera.
Fatico a riprendere sonno. Devo sforzarmi per non pensare a cosa avrei scritto più tardi sul blog...

Alle 9 mi chiama mio fratello "Elle, che fai?" ed io gli dico che stavo per infilarmi sotto alla doccia, ma in realtà stavo ancora dormendo. "Tra un'ora passo a prenderti". Mi ricordo che stamattina mia mamma mi ha invitata da lei per il party del robot da cucina che adesso vende, e siccome non ho un'auto tutta mia, e non ho neppure un cazzo di meglio da fare, ho accettato che mio fratello mi venisse a prendere per accompagnarmi da mia madre. Mi alzo dal letto come un'automa, senza alcuna voglia di farlo... Guardo il pouf dove giacciono i vestiti che indossavo ieri, e decido che oggi non posso rimetterli. No, sono troppo fuori luogo. Ci sono le amiche di mia madre con le figlie, ed io non posso presentarmi con la gonna con i volants di jeans e la felpa di Lola dei Looney Tunes. Ho quasi 26 anni, sono sposata. Tiro fuori dall'armadio un vestito arancione, un jeans e una giacca bianca di cotone. E' il massimo che posso fare.
Vado a prepararmi.

Alle 17 rientro finalmente a casa. alzo le serrande, accendo il PC e la TV  che non guarderò ma che mi fa piacere sapere che è accesa, quando sono da sola.

Nel mio mondo parallelo la luce del sole inonda la stanza, apro gli occhi e la radiosveglia sul comodino a forma di apina mi dice che sono le 8,17. Lui è già andato via. Ha passato la notte qui.
Vado in cucina e trovo un biglietto "Buongiorno! Sono andato via prima che ti svegliassi, lo so che al mattino non sai mai cosa dire e preferisci che io non ci sia. Pranziamo insieme, oggi?". Sorrido, vado a prepararmi!
Indosso questi


e vado a promuovere il mio nuovo libro alla Feltrinelli di via Roma, ci sarà qualcuno?

Ci vediamo all'una, andiamo al cinese.
Dopo pranzo, lui mi chiede di fargli compagnia: non sa che cosa comprare a suo nipote per il secondo compleanno. Al negozio di giocattoli finiamo con il divertirci! Mi sa che passeremo il resto della giornata insieme, ma stanotte non rimarrà di nuovo da me. No, stasera no.

Le vicende del mio mondo parallelo continueranno quando tornerà l'ispirazione.
Intanto baci baci, Elle.

martedì 9 aprile 2013

Giorno 1.

Perché ho aperto un blog? Tanto so che probabilmente tra una settimana, bene che mi vada, lo mollerò... Come ho fatto con la grafica, come ho fatto con la fotografia, come ho fatto con il fimo, come ho fatto con il canto, come ho fatto con i miei mille romanzi iniziati e accantonati al primo capitolo, come ho fatto con molte persone, come faccio con tutto. Mi stanco in fretta. L'entusiasmo all'inizio è altissimo, in qualsiasi cosa inizio, ma poi mio malgrado scema con la stessa velocità in cui parte la scintilla. Per questo ho un costante bisogno di novità, anche perché una volta che accantono qualcosa è difficile che ci ritorni. E' bruciata per sempre, e ho paura di rimanere senza riserve, un giorno.
Sono scostante, sono svogliata, sono brillante e mediocre insieme. Sono...disadattata. Mi sento diversa, perché il mio mondo interiore è un casino. E' molto di moda essere diversi oggi, a discapito di quello che comunemente si pensa, e cioè che si tende ad omologarsi. No, non è così...essere diversi fa figo. Ed io in effetti mi sento figa, solo che sono figa dentro di me, perché esternamente, senza volerlo è senza accorgermene, finisco sempre con l'apparire normale, giudiziosa, riflessiva, diplomatica, diligente. Ma mi sono un po' rotta i coglioni di non essere nemmeno in grado di mostrarmi per quello che sono, e ho deciso che il mio nuovo passatempo momentaneo sarà creare il mio alter-ego virtuale. Magari poi riesco a mescolarmici per bene, in modo da non essere poi tanto strana come dentro, ma nemmeno tanto finta come fuori.
Io non l'ho ancora capito come sono davvero, però ho capito cosa voglio. Voglio essere una donna fiera di se, sicura, benestante, bella. Figa. Non voglio più essere la ragazza rassegnata che non si piace, con una vita a pezzi, che ti sembra voglia solo fare la brava mogliettina e forse un giorno la brava madre. Io voglio essere altro. Voglio che la gente mi apprezzi non solo perché rido sempre e ho sempre buone parole per tutti, no...voglio che la gente pensi "Cazzo, ha la sua vita in mano questa qui... E' padrona di se, e si vede che è sempre al posto giusto nel momento giusto". Voglio suscitare invidia, non solo ammirazione.
Ora, leggendo quello che ho fin'ora scritto, mi sorge una domanda "Ma che cazzo c'entra un blog?" Sì, perché ho iniziato a scrivere pretendendo tacitamente di raggiungere quella donna che voglio essere grazie alla stesura di un blog... Mh....... Va beh, io continuo finché mi va. Che magari non mollo subito, e qualcuno decide di pubblicarmelo e vendo un miliardo di copie. O magari mi nota un giornale e mi affida una qualche rubrica. E non mi andrebbe tanto male se semplicemente riuscissi a raggiungere quel tanto desiderato equilibrio interiore che da sempre tento di raggiungere... Dicono che scrivere per sé e di sé aiuti.
Vediamo quanto dura. Questo è il mio Giorno 1.
Baci baci, Elle.